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RMA 2013: Maria di Nazaret - Mariologia - Spiritualità
Mariana - Esperienze ecc.
IN CAMMINO CON MARIA: Maria, la porta fidei
Nell'Annunciazione, la Madonna
passa dall'interrogativo "Come avverrà?" all'esclamativo
"Avvenga!". Il suo itinerario, dallo sconcerto alla
ricerca per sfociare nella fede gioiosa, rimane per sempre come
paradigma per ogni credente.
Con il motu proprio "Porta
fidei" Benedetto XVI ha indetto l'"Anno della fede",
a partire dallo scorso 11 ottobre, cinquantesimo anniversario
dell'apertura del Concilio Vaticano II e ventesimo della pubblicazione
del "Catechismo della Chiesa Cattolica". L'apertura
della "porta della fede" a molti cuori è un'immagine
suggestiva usata da Luca per descrivere la rapida diffusione
del Vangelo tra i pagani (At 14,27). Il Papa l'applica a nostro
mondo, con la convinzione che questa porta "che introduce
alla vita di comunione con Dio e permette l'ingresso nella sua
Chiesa" ("Porta fidei" 1) è sempre aperta
ed invitante anche ai nostri contemporanei.
Lungo i secoli la Chiesa è stata benedetta da una schiera
di testimoni e missionari, i quali, dopo aver varcato questa
porta, con ardore a creatività, hanno aiutato altri a
fare ingresso nella fede. A capofila sta Maria, proclamata "beata"
perché "ha creduto" (Lc 1,45), riconosciuta
come il modello del credente, la prima evangelizzata e la prima
evangelizzatrice. A lei si addice perfettamente l'immagine della
porta della fede; infatti, generazioni di credenti passano per
Mariam ad Jesum. A lei affidiamo questo tempo di grazia e di
crescita di fede. A lei, la "porta fidei" dedichiamo
le riflessioni della rubrica In cammino con Maria di quest'anno.
A Nazaret la quotidianità
gioiosa
Iniziamo con la scena dell'annunciazione
a Nazaret. Maria fa la sua prima comparsa nel Vangelo in un contesto
di ferialità, in uno spazio accogliente, in un atteggiamento
di ascolto, di silenzio, come un campo buono aperto e disposto
all'arrivo del seme. "Entrando da lei", l'angelo le
porta la Parola di Dio.
All'annuncio inatteso dell'angelo Gabriele, la risposta di Maria
non scatta in modo istantaneo. La sua prima reazione è
quella del turbamento, tipico di chi è consapevole di
trovarsi di fronte a qualcosa che lo trascende infinitamente,
ad una sorpresa insospettata di cui non riesce a cogliere immediatamente
il senso. Non si tratta di un dubbio scaturito dall'incredulità,
bensì del senso di stupore di fronte alla sproporzione
tra la grandezza della proposta e la limitatezza effettiva della
capacità di realizzazione. È l'atteggiamento della
persona umile e riflessiva, di chi cioè è cosciente
della propria piccolezza e si avvicina al mistero con timidezza
e discrezione, attento a penetrarne il senso. È il sentimento
del povero, che sa meravigliarsi di fronte ai doni gratuiti.
La seconda reazione di Maria è un'obiezione. Maria invoca
luce: "Quomodo fiet istud?" ("Come avverrà
questo?"); e manifesta il dilemma del suo voler acconsentire,
ma non saper come. Ella domanda a Dio che cosa dovrà fare
per essere in grado di obbedire. Lo spirito di Maria è
come quello del salmista quando prega Dio dicendo: "Fammi
conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò i tuoi prodigi
[...]. Dammi intelligenza perché il osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore" (Sal 119,27.34).
A Gerusalemme il mutismo dell'incredulità
Dopo che l'angelo le ha manifestato
in che modo è resa protagonista, luogo e testimone di
"grandi cose", Maria accetta con piena disponibilità,
passando così dal quomodo fiet, "come avverrà",
al fiat, "avvenga", da un segno interrogativo (?) ad
un segno esclamativo (!). È l'impatto tra l'umano e il
divino. Maria varca misteriosamente la soglia di una porta, passa
dall'esistere per se stessa e per i propri piccoli piani di vita
all'esistere per Dio e per i suoi grandi disegni. Il fiat di
Maria, come quello insegnatoci da Gesù nel "Padre
nostro" (Mt 6,10), è un abbandono fiducioso e un
desiderio gioioso di realizzare la volontà di Dio. Con
il suo fiat ella ricapitola tutta la schiera degli obbedienti
nella fede nell'Antico Testamento e inaugura il nuovo popolo,
pronto ad ascoltare la voce di Dio che ora parla per mezzo di
suo Figlio.
La dinamica del cammino interiore di Maria risulta ancor più
chiara se si considera il confronto intenzionale fatto da Luca
tra due annunciazioni: a Zaccaria e a Maria. Zaccaria, anziano
e stimato, sacerdote, uomo giusto, rappresentante ideale della
religiosità anticotestamentaria, incontra l'angelo in
Gerusalemme, nel tempio, durante il culto. Uomo santo, luogo
santo, tempo santo: tutto sottolinea la sacralità e la
solennità dell'evento. Maria, invece, sconosciuta ragazza
di Nazaret, città da cui non potrebbe venire qualcosa
di buono (cf Gv 1,46), incontra l'angelo nella quotidianità
semplice e domestica. Ma Dio capovolge le posizioni. L'angelo
entra "da lei", è Maria in realtà il
tempio dell'Altissimo. Ella "ha trovato grazia presso Dio".
Il dono divino giunge a lei gratuitamente, non per la sua osservanza
della legge o in risposta alla sua preghiera di domanda, come
è nel caso di Zaccaria. Anche la conclusione dei racconti
è diversa: Maria crede, si apre e diventa collaboratrice
di Dio nel salvare il mondo, mentre Zaccaria si chiude nel suo
mutismo, isolato. Chi non crede al disegno di Dio non può
nemmeno parlarne.
Lo stupore di Maria di Nazaret nell'impatto con il mistero, la
sua gratitudine di fronte alla gratuità di Dio e l'itinerario
che passa dallo sconcerto alla ricerca per sfociare nella fede
gioiosa dovrà rimanere per sempre come paradigma per ogni
credente.
Suor Maria Ko Ha Fong FMA -
kohafong.rivista@ausiliatrice.neT
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2013
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