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ARTISTI A VALDOCCO - ARTE
SALESIANA a Valdocco RIFLESSIONI SULL'ICONOGRAFIA DI MARIA
AUSILIATRICE IN PIEMONTE
Con l'esecuzione della pala
per l'altare maggiore del nuovo santuario torinese intitolato
a Maria Ausiliatrice, il pittore Tommaso Lorenzone fissava, per
il futuro, un riferimento iconografico intangibile . Il dipinto
gli era stato commissionato da don Giovanni Bosco, promotore
della fabbrica della chiesa, nel 1865 e, viste le sue considerevoli
dimensioni, fu ultimato nel 1868 in uno dei saloni di Palazzo
Madama, preso in affitto dal pittore per l'occasione.
Il primitivo programma iconografico di don Bosco era incompatibile
con la reale superficie della tela e con la possibilità
di organizzazione dell'insieme, ma, dopo un chiarificatore dialogo
con il pittore, fu definita la collocazione della figura principale
in rapporto con l'apparato di contorno ; anche se fu determinante,
per l'effetto d'insieme, la capacità espressiva del pittore.
Il Lorenzone era un artista ricercato per la sua perizia nell'eseguire
dipinti a soggetto sacro; aveva fornite per la città di
Torino numerose pale d'altare adeguate nel soddisfare la sensibilità
dei devoti, basti ricordare l'altra tela dell'Ausiliatrice dedicata
a San Giuseppe del 1874 o quella conservata nella chiesa torinese
di San Filippo che vede il Beato Sebastiano Valfrè soccorrere
i feriti durante l'assedio di Torino del 1706, dipinta nel 1870,
o il pio transito di San Giuseppe in San Francesco da Paola oppure
la tela dedicata a Nostra Signora di La Salette per la chiesa
di S. Secondo del 1881-82 e quella della cappella dell'Istituto
delle Suore di Sant'Anna .
Un'eco delle indicazioni sulla figura centrale del dipinto date
da don Bosco al pittore la troviamo nella descrizione che lo
stesso fece su una pagina delle Letture Cattoliche del 1868:
"La Vergine campeggia in un mare di luce e di maestà
assisa sopra un trono di nubi. (
) con la destra tiene uno
scettro che è simbolo della sua potenza (
). Colla
sinistra tiene il Bambino che ha le braccia aperte offrendo così
le sue grazie e la sua misericordia a chi fa ricorso all'Augusta
sua Genitrice" .
Don Bosco, dedicando la nuova chiesa a Maria Ausiliatrice intendeva
riaffermare una devozione antica e l'immagine che il Lorenzone
aveva prodotto si inseriva in una tradizione iconografica che
aveva avuto origine nel Seicento in Baviera: la Vergine raffigurata
come regina, coronata con uno scettro regale retto con la destra
mentre con l'altro braccio sostiene il piccolo Gesù, lui
pure coronato ma con la deroga del globo sormontato dalla croce.
Sia il committente sia il pittore avevano in Piemonte una devozione
e una iconografia di riferimento. In Torino da due secoli, nella
prima cappella laterale, vicina all'altare maggiore della chiesa
di San Francesco da Paola in via Po, si venerava Maria sotto
il titolo di Ausiliatrice. Il cardiale Maurizio di Savoia, nel
1654, aveva commissionato la realizzazione dell'altare allo scultore
luganese Tommaso Carlone e ai figli Giuseppe Maria e Giovanni
Domenico. L'opera è complessa, in marmi colorati e preziosi;
al centro una statua marmorea di Maria con il braccio il piccolo
Gesù ornata con tutti gli attributi iconografici dell'Ausiliatrice:
la corona sul capo di entrambi, lei regge con la sinistra lo
scettro e il piccolo Gesù un globo sormontato dalla croce.
Le immagini di San Giuseppe e di San Gioachino fiancheggiano
la nicchia, circondata da una cornice in legno dorato (forse
aggiunta tardivamente).
Don Antonio Bosio, sacerdote torinese che visse per anni nella
parrocchia di San Francesco da Paola, descrive, in un opuscolo
del 1865: Divozione alla Madonna Ausiliatrice in Torino - Cenni
Storici, sia la storia della devozione all'Ausiliatrice, nata
all'indomani della battaglia di Lepanto e diffusa a Monaco di
Baviera al tempo dell'assedio di Vienna, sia la sua introduzione,
nella prima metà del '600, in Torino forse ad opera del
Card. Maurizio.
Nella sacrestia della stessa chiesa di San Francesco da Paola
è custodita una tela, dipinta a monocromo da un ignoto
artista seicentesco, con raffigurata l'Ausiliatrice. L'immagine
è molto didascalica: la Madonna è una bella e prosperosa
signora, avvolta in un manto che le copre anche il capo, sormontato
da una corona regale; il piccolo e paffuto Gesù indossa
una corta vestina, ed è rannicchiato sul braccio destro
della madre. All'opposto un fanciullo, in atteggiamento orante,
con le braccia incrociate sul petto, è insidiato dalla
coda del drago che la Vergine sta calpestando. Il significato
dell'immagine è chiarito dalla scritta sul piedestallo
della figura: "MATER BONI AUXILIJ ORA PRO NOBIS", "MADRE
DEL BUON AIUTO PREGA PER NOI". Il piccolo Gesù tiene
in mano il globo sormontato dalla croce da cui parte un cartiglio
attorcigliato con la scritta "MAMA SERVA EUM", "MAMMA
PROTEGGILO" e il ditino della sua sinistra indica il fanciullo
ritto al fianco di Maria; parimenti lo scettro della Vergine
è avviluppato da un altro cartiglio con la scritta: "EGO
PROTECTRIX TUA SUM" "IO SONO LA TUA SOCCORRITRICE".
Poco discosto dalla chiesa, sotto le volte di via Po, in una
nicchia è collocata una statua (A. Bosio la dice in cotto)
che riprende liberamente l'immagine conservata in sacrestia.
Un'ulteriore effigie anticipatrice si conserva nella chiesa parrocchiale
dello Spirito Santo al Gerbido di Grugliasco (TO); si tratta
di una tela, eseguita da Maria Nigra Bec nel 1852, con una figura
che nella forma e negli attributi regali rimanda direttamente
alla tradizionale iconografia dell'Ausiliatrice. La tela è
firmata e datata sul lato inferiore sinistro: "M. Nigra
Nce Bec 1852" ed è talmente vicina a quella del Lorenzone
che non si può fare a meno di pensare che il pittore,
in cerca di un modello di riferimento, abbia guardato sì
alle immagini dell'Ausiliatrice come si venerava a Monaco di
Baviera o a quelle più vicine di San Francesco da Paola,
ma rivolse la sua attenzione soprattutto a questa che ha le più
convincenti affinità con quella che avrebbe realizzato
per don Bosco.
L'immagine del Lorenzone si diffuse rapidamente in Piemonte,
basti ricordare l'affresco realizzato negli anni settanta dell'Ottocento
nel presbiterio della chiesa parrocchiale di San Giacomo a Levone
(TO).
Le tantissime riproduzioni del dipinto, diffuse per ogni dove
in Italia dallo stesso don Bosco sotto forma di immaginette,
corredate di una invocazione e dalla sua firma, hanno certamente
contribuito a farne conoscere l'immagine, mentre la fedele riproduzione
(di eguali dimensioni con un solo particolare che la discosta
dall'originale) dovuta al pennello del pittore Giuseppe Rollini
nel 1897 e spedita in Bolivia, a Sucre ha diffuso in America
Latina la devozione per la Madre di Dio, Aiuto del Popolo Cristiano,
conosciuta come "la Madonna di don Bosco".
NATALE
MAFFIOLI sdb
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